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I rischi ESG, ossia i rischi collegati alla sostenibilità ambientale, sociale e di governance, hanno sempre più peso nelle policy e nelle strategie adottate dalle banche per la concessione dei crediti alle imprese, anche se ancora mancano standard, metriche e modelli universali di valutazione.

Questa è la grande sfida che sta affrontando oggi il settore finanziario.

Per capire meglio qual è la strada da percorrere, abbiamo intervistato Valentino Pediroda, CEO & Founder di modefinance, azienda TechFin del gruppo TeamSystem specializzata nella valutazione dell’affidabilità creditizia e nello sviluppo di soluzioni di IA per l’analisi e la gestione del rischio di credito.

Nell’intervista abbiamo affrontato alcuni dei temi più caldi del momento:

  • In che misura gli aspetti della sostenibilità sono connessi e influiscono sui rischi finanziari tradizionali
  • Quali sono i benefici che le imprese e il mondo bancario trarranno dalla corretta valutazione dei rischi ESG?
  • Che ruolo hanno gli alternative data nell’analisi dei fattori ESG?
  • Quanto aiuterà questa attività a prevenire il greenwashing?

Rischi ESG e nuovi indicatori chiave di performance: l’intervista a Valentino Pediroda

In che misura gli aspetti della sostenibilità – ambientale, sociale e di governance – sono connessi e influiscono sui rischi finanziari tradizionali?

Valentino Pediroda: La sostenibilità entra di diritto fra i fattori chiave e le dinamiche attraverso cui si generano vantaggi competitivi per le aziende.

Dall’innovazione di prodotto, di processo e dei modelli di business alla gestione delle risorse umane e dei rapporti con le comunità locali; dalla circolarità che mira a ridisegnare lo sviluppo economico slegandolo dallo sfruttamento delle risorse naturali esauribili, a una gestione aziendale capace di valutare e mitigare i rischi e cogliere le opportunità generate dai macro trend globali in una prospettiva di lungo termine.

Non più solo sopravvivenza, ma crescita concreta.

Le questioni ambientali, sociali e di governance infatti non sono solo una questione etica: hanno un chiaro impatto sui profitti, di cui riportiamo un concreto esempio.

rischi esg - lo schema mostra l'impatto negativo che sul fatturato dell'azienda il mancato rispetto dei fattori ESG

Quanto è urgente adottare nuove metodologie, modelli e KPI standardizzati per misurare i rischi legati a ogni singolo aspetto della sostenibilità?

Valentino Pediroda: Le metodologie per giudicare la corretta applicazione dei parametri ESG (Environmental, Social, Governance) sono diverse tra loro.

La correlazione tra punteggi ESG provenienti da provider diversi si assesta mediamente attorno al 60% (fonte: Statista), laddove i rating di merito creditizio, normati e regolati a livello nazionale ed europeo, convergono in misura superiore al 99%.

La ragione di tale divergenza è da ricercare nell’attuale assenza di indicatori ESG standardizzati e universalmente validi, non essendoci ancora una perfetta sovrapposizione tra normative, KPI e loro interpretazione a livello delle istituzioni nazionali ed internazionali, finanziarie e non. A cascata, ciò influisce sull’intera catena di valore.

Una materia ancora così giovane, ma di estrema urgenza.

Quali sono i reali benefici che aziende, banche e PMI potranno trarre dal corretto monitoraggio dei rischi legati alla sostenibilità?

Valentino Pediroda: Qui dobbiamo fare un doveroso distinguo: diversamente da quanto accade per le informazioni legate al mondo della governance, già parte integrante dei rating tradizionali, per quel che concerne i fattori ambientali e sociali non si ha la stessa consapevolezza e facilità di sintesi.

È proprio l’integrazione di questi ultimi in una metodologia di calcolo del rating ESG che rappresenta l’aspetto maggiormente caratterizzante per noi di modefinance: al fine di fornire una soluzione completa, dove i giudizi siano univoci e affidabili e le scale di caratterizzazione dei tre pillar possano coincidere, abbiamo lavorato fin dall’inizio ad uno score automatizzato. In tal modo, avviciniamo già quelle che sono attualmente le diverse soluzioni di valutazione ESG ad un futuro di metodologia certificata, che significa trasparenza e solidità per imprese e istituzioni finanziarie.

Adattarsi a un mondo in continua evoluzione, dotandosi di strumenti automatizzati che rispondano alle direttive istituzionali dimostra come un corretto approccio al risk management da parte sia delle banche che delle imprese permette un’agevolata misurazione e prevenzione dei rischi evitando o attenuando, di conseguenza, l’impatto negativo dei rischi finanziari tradizionali (di credito, di mercato, reputazionali, e di liquidità).

Gli alternative data possono costituire un elemento cruciale nella misurazione dei rischi ESG in ambito finanziario: come si integrano e con quale valore aggiunto?

Valentino Pediroda: È qui che gioca un ruolo fondamentale l’approccio FinTech, di analisi di masse dati ed elaborazione tecnologica di output, quale base utile ai necessari sforzi interpretativi differenziati per ambito, territorio, dimensione o tipologia d’impresa o di organizzazione, già in fase avanzata di approfondimento e di definizione per molte imprese.

La geolocalizzazione dell’impresa in modo completamente automatico, la suscettibilità dei siti di stoccaggio e/o produzione, le mappe di materialità, la sentiment analysis, l’aumento dei costi legati alla tassazione delle emissioni di carbonio, l’esposizione a controversie legali, le recensioni e le corrispondenze nella supply chain, sono tutti esempi concreti di dati alternativi che, se correttamente inseriti e ponderati in una metodologia di valutazione, aiutano a raffinare l’analisi e restituire una valutazione dei rischi e delle opportunità in ambito ESG.

L’intervista completa a Valentino Pediroda è disponibile all’interno dell’ebook gratuito “Valutare l’impatto dei criteri ESG nel credit risk: il ruolo cruciale degli alternative data”.


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